Innovazione sociale

Innovazione sociale

L’innovazione sociale può essere definita come l’insieme di processi che danno corpo alla capacità di rispondere ai bisogni emergenti delle persone e delle collettività attraverso nuove forme di collaborazione, nuovi schemi di azione, nuove istituzioni, soprattutto nuovi modi di pensare. L’innovazione sociale è una strategia, un orientamento collettivo che può essere favorito da regole ma che trova il suo fondamento nella capacità imprenditoriale e nell’operosità delle persone, in particolare di quelle che fanno parte delle comunità di cura estesamente intese.

Perché l’innovazione sociale è così importante?

La crescente importanza dell’innovazione sociale scaturisce da una crisi che appare irreversibile: quella di un modello tripartito dove le imprese producono ricchezza, lo stato si occupa delle questioni sociali attraverso i suoi servizi socio-sanitari, educativi e le sue politiche economiche, e, infine, le organizzazioni politiche, partiti, sindacati, movimenti di pressione segnalano i temi e gli spazi dove intervenire. Il fatto che i problemi sociali diventino sempre più gravi e che la stessa nozione di bisogno venga spesso equivocata, gli sprechi e le inefficienze quando non le ruberie,  illustrano molto bene la crisi di questo modello al quale tuttavia non si sono ancora trovate valide e migliori alternative. I segni di alternative possibili, di reali innovazioni sociali, si colgono invece guardando il complesso mondo dei servizi e dei bisogni dal basso: non è raro trovare anche in Italia soluzioni originali capaci di affermarsi fuori dallo schema riduttivo stato o mercato. L’innovazione sociale è innanzitutto la capacità di combinare in maniera nuova elementi già esistenti: sempre più spesso l’innovazione emerge dalle reti ancor più che dalle organizzazioni e dalle persone; emerge dai sistemi locali dove si produce conoscenza tacita, dalle reti immateriali che trovano la migliore rappresentazione in internet, non meno che dalle imprese e dalle reti globali dei mercati e delle conoscenze. L’innovazione è un effetto emergente di un orientamento collettivo della società piuttosto che il frutto di un singolo individuo o di un gruppo ristretto di innovatori; imprenditori morali, imprenditori sociali, persone in grado di vedere il bisogno e collegare le risorse e le opportunità in modo originale ne sono tra i protagonisti più importanti.

Ad analizzare molte di queste innovazioni si manifesta un nuovo tipo di economia che combina soluzioni provenienti da culture differenti, elementi del passato ed elementi innovativi; essa presenta delle caratteristiche molto distanti da quelle delle economie basate sulla produzione e sul consumo di beni e servizi ai quali siamo ancora abituati. Le sue caratteristiche salienti includono:

  •  la centratura sui bisogni emergenti a livello di persone, relazioni, organizzazioni, comunità, società, reti e sistemi, piuttosto che l’esclusiva attenzione ad un mercato;
  • il forte uso di networks ramificati per sostenere e gestire le relazioni, aiutati da ogni forma possibile di comunicazione;
  • la presenza di elementi propri dell’economia informale, dell’uso gratuito (almeno per alcuni fruitori) e dell’economia del dono;
  • la ridefinizione dei confini tra produzione e consumo che diventano sfocati e fanno emergere il protagonismo dei soggetti co-produttori e non solo consumatori;
  •  l’enfasi che viene data alla collaborazione, alla partecipazione attiva, alla cura e alla manutenzione piuttosto che al consumo  irresponsabile usa e getta;
  • un forte ruolo dei valori e degli obiettivi associati alla responsabilità per le azioni a livello di singolo ed organizzazione;
  • l’orientamento sistematico alla valutazione degli effetti sociali piuttosto che delle sole performance economiche e finanziarie.

Questa economia si è in gran parte formata attraverso le reti ed attorno a dei centri catalizzatori, attraverso sistemi distribuiti piuttosto che su iniziativa di strutture rigide e centralizzate. Essa agisce nella complessità e non si regge solamente sulla riduzione, sulla semplificazione e standardizzazione; piuttosto distribuisce la complessità verso attori solitamente esclusi dal protagonismo della economia classica come i manager e gli amministratori locali, i volontari e le associazioni, le lavoratori, le comunità locali e gli stessi consumatori, utenti, pazienti.

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Come si sviluppa innovazione sociale?

L’innovazione sociale è un percorso ad ostacoli, un processo costituente rischioso, che usa e (quando funziona) può produrre nuove strutture abilitanti, ma è anche un processo non lineare, complesso poiché complesso è l’ambiente in cui si realizza, sempre aperto al rischio del fallimento. prendendo liberamente spunto dal libro bianco dell\’innovazione  si può immaginarlo come un processo ricorsivo a sei stadi che parte da una ispirazione e si conclude con un nuovo equilibrio sociale.

1.Ispirazioni, sogni, suggerimenti, diagnosi e forse utopie

Ogni innovazione nasce da un intuizione, si origina da un’idea centrale che può nascere da una esperienza, da un evento particolare, da circostanze che portano alla luce un bisogno sociale, un problema, un’ingiustizia. Si tratta spesso di uno scarto, di un dubbio, di una crisi, che mettono in discussione la coerenza del mondo quotidiano dato per scontato. Così innovatori visionari e leader creativi possono costruire storie convincenti per motivare l’azione sociale; così imprenditori morali possono sognare la soluzione di grandi problemi associati ai bisogni umani. Così, le organizzazioni dopo aver analizzato un sistema o un mercato, dopo aver esplorato scenari futuri possibili, dopo aver analizzato rischi ed opportunità si mettono in moto da sole per cercare soluzioni. Così ricercatori orientati dai valori conducono ricerche ed usano in modo innovativo  archivi di dati esistenti per svelare i problemi e scoprire i meccanismi che li generano.

2. Buone domande, proposte ed idee innovative

Porsi e porre le giuste domande è il primo e forse più importante e difficile passo per trovare buone soluzioni. Con la giusta domanda a disposizione si possono usare numerosi metodi per ricercare e suggerire le soluzioni migliori ad un dato problema; soprattutto si possono ingaggiare cittadini e comunità nell’esplorazione utilizzando una grande varietà di metodi. Alcuni di questi sono specificatamente pensati per incoraggiare la creatività e la produzione di idee (dal brainstorming ai concorsi, dalle piattaforme collaborative online alle banche di idee); altri metodi sono mutuati da campi insospettabili come le arti visuali, il design industriale, il teatro, la critica letteraria. Quello che conta davvero è incoraggiare le persone e le organizzazioni a pensare in maniera diversa, ad adottando prospettive differenti, a riconsiderare criticamente concetti ed assunti osservandoli da un punto di vista differente.

3. Prove, studi di fattibilità, prototipi ed esperimenti

L’intuizione tradotta in un’idea promettente ha bisogno di essere verificata e testata nella pratica; è infatti piuttosto difficile che essa sia perfettamente formata ed adeguata all’ambiente: piuttosto prende forme per prove ed errori si sviluppa per confronto costante con la realtà concreta. Da ciò prende avvio l’esigenza dello studio di fattibilità, del progetto pilota, della verifica controllata, della sperimentazione dell’idea direttamente sul campo, della prototipazione: si tratta di azioni dove il pensiero valutativo è importantissimo, caratterizzate da uno straordinario potenziale di apprendimento.

4. Implementazione, verifica  e conferma

Solo una piccola parte delle idee sopravvive alla prova sul campo e persino le più promettenti a volte si scoprono essere non sostenibili, non avere un buon rapporto costo-benefici che ne garantisca la sopravvivenza. E’ in questa fase che alcune idee si confermano vincenti, si impongono a scapito di altre e sopravvivono, mentre le altre si perdono e cadono nel dimenticatoio o magari vengono recuperate in tempi posteriori più propizi. Nel campo dell’innovazione sociale i feedback del pubblico sono utili, ma sono i metodi di valutazione che hanno un ruolo vitale nella decisione di quale sia un successo o un fallimento. E’ proprio la capacità di giudicare la qualità sociale delle innovazioni che è fondamentale per il successo di un sistema innovativo.

5. Organizzazione, emulazione, diffusione

Una singola persona, una singola organizzazione non possono sapere che quasi certamente qualcuno “li fuori”, nel mondo, ha le informazioni o le conoscenze per risolvere il problema che sta a cuore. La sfida è dunque quella di scoprire cosa c’è e cosa funziona: non a caso la maggior parte delle idee sociali si sono diffuse attraverso l’emulazione e l’adattamento.  Contrariamente a quello che succede nell’economia di mercato dove il trasferimento di innovazione viene pagato attraverso licenze o altri strumenti legali, nell’economia sociale che è prioritariamente orientata alla missione (al risultato sociale), si preferisce la condivisione rapida di un’innovazione per creare reti utilizzabili piuttosto che tenerla riservata per un successivo sfruttamento commerciale.

6. Cambiamento del sistema di riferimento

L’emulazione e la diffusione virale dell’innovazione può cambiare il sistema. Il passaggio però è molto più difficile a quello che caratterizza la diffusione delle innovazioni di prodotto e di processo che, semplicemente, possono essere copiate. Le innovazioni di sistema (in questo in fondo consiste l’innovazione sociale) implicano innanzitutto cambiamenti di concetti e di mentalità, modifiche degli stereotipi e delle aspettative scontate, probabili cambiamenti nei modelli causali e nelle mappe cognitive, modifiche anche dei flussi economici e finanziari: un sistema cambia solo quando le persone iniziano a pensare e a vedere le cose in modo differente, sostituendo nei fatti chi prima deteneva il potere con altri soggetti. Ed è proprio questo che rende l’innovazione sociale così affascinante e così difficile da realizzare.

Strategie di innovazione sociale e valutazione

La Commissione Europea definisce le innovazioni sociali come “innovazioni che possono essere descritte come sociali negli scopi e nei mezzi utilizzati per raggiungerli. In particolare, le innovazioni sociali sono nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che incontrano bisogni sociali (in maniera più efficace delle alternative) e allo stesso tempo creano nuove relazioni sociali o nuove collaborazioni”. L’incapacità di innovare si associa spesso all’incapacità di adottare una diversa prospettiva di individuazione e di analisi dei problemi e di concettualizzazione e valutazione dei bisogni; deriva da blocchi e stereotipi dai quali non si riesce ad uscire, dall’adesione tacita ed eccessiva alle routine; a volte dipende dalla scarsa attenzione con cui si accompagna il processo facendo la spola, insieme a gruppi e collettività, tra i 6 livelli che descrivono sinteticamente lo sviluppo dell’innovazione sociale. Alcuni approcci alla valutazione sono particolarmente indicati per sostenere lo sviluppo di innovazione sociale: si tratta di quell’insieme di metodologie qualitative, processuali e collaborative, appositamente messe a punto per confrontarsi con la complessità e con le caratteristiche emergenti dei processi sociali, che possono essere riassunte nell’etichetta “accompagnamento valutativo“.