Imprenditore illuminato, utopista, visionario, Adriano Olivetti resta una presenza isolata ed enorme nel panorama non solo italiano dell’ultimo secolo. Da ingegnere egli credeva nella forza della scienza e della tecnica ma, da uomo, credeva ancor di più nel potere illimitato delle forze spirituali, amore, verità, giustizia e bellezza. La sua attenzione al bene comune e alla comunità, all’arte e alle condizioni di lavoro gli consentirono di tracciare una via originalissima e, purtroppo, poco seguita. La chiarezza delle sue intenzioni ne fa anche una voce profetica che seppe vedere ciò che sarebbe potuto succedere se la storia avesse preso la strada del dominio tecnico materialista. Purtroppo fu buon profeta.
Una via integrale per governare a favore dell’uomo la straordinaria potenza della scienza e della tecnica; una via integrale per lo sviluppo della persona e della comunità; un economia aziendale a dimensione umana in grado però di competere con successo nello spietato mondo degli affari. L’idea e la fabbriche di Olivetti furono uno straordinario laboratorio sociale, antropologico, tecnologico, scientifico, dal quale non si cessa di trarre ispirazione.
Le forze spirituali in un mondo che nasce
Per guidare gli uomini nella loro vita di ogni giorno e nella loro breve vita terrena, occorre che il mondo politico ancor chiuso nel suo tradizionale empirismo accetti finalmente le indicazioni della scienza e riconosca il fine e i mezzi dell’azione comunitaria in cui i valori dello spirito, Verità, Giustizia, Bellezza, Amore possano realmente prendere il predominio e il sopravvento. Una società che non crede nei valori spirituali, non crede nemmeno nel proprio avvenire e non potrà mai avviarsi verso una meta comune e affogherà la comunità nazionale in una vita limitata, meschina e corrotta. Senza questa comprensione dei valori scientifici e spirituali vediamo l’attività dello stato disperdersi, disintegrarsi, sconnettersi in mille provvedimenti caotici, dispersivi, che non conducono ad alcun fine organizzato e consapevole, se non a quello fraudolento di ingrandire la potenza del proprio partito, favorendo clientele e interessi particolari. Troviamo così innanzi a noi gli antipodi dell’atteso splendido regno della giustizia, della cultura e della verità.
E’ soprattutto nella Verità che troveremo la vera rivoluzione, il vero rinnovamento morale e materiale di ogni cosa. Poiché la verità è il tutto: scienza, sapienza, carità.
La Giustizia, la seconda delle forze spirituali, è a sua volta illuminata dalla Verità. La maggiore debolezza dell’ordine europeo nel campo della Giustizia, non è da ricercarsi in quelle istituzioni (di diritto civile), mentre invece appare troppo evidente nel campo del nostro ordine sociale […]. Nei nostri paesi una percentuale molto piccola della ricchezza prodotta dalla nostra attività economica torna alla comunità, sia per mezzo di azioni volontarie sia come risultato del sistema fiscale. Troppi lavoratori si chiedono se non c’è qualcosa di fondamentalmente ingiusto e tragico nel fatto che la ricchezza che essi creano non venga utilizzata per meglio soddisfare i bisogni e risolvere i problemi della loro comunità. Nè il paradigma della invisibile armonia in virtù della quale l’arricchimento di ciascuno avrebbe servito la comunità, né l’illusione paternalistica possono ancora essere portati ad ammonimento dei lavoratori che si domandano se veramente la loro fatica, che pur serve al mantenimento della propria famiglia non contenga in se stessa un tragico vizio, la contemporanea creazione di una ricchezza che, lungi dall’esser indirizzata a necessità sociali ed umane che gridano urgenza, alla ricerca scientifica, alle cose dell’arte, è distaccata dai veri problemi della comunità per cui va dispersa nell’anarchia e nel disordine.
Infine è superfluo per me insistere sulla influenza spirituale della Bellezza. Certamente esiste ovunque in Europa una grande vocazione e capacità artistica, ma questa sembra avulsa dalla vita delle comunità nazionali, giacché la comprensione artistica sembra essere il privilegio di una piccola classe. Non ci sono sacrifici troppo gravi per ottenere un ordine libero e giusto. Inoltre gli effetti anche materiali dell’instaurazione di un ordine improntato ai più alti valori spirituali non tarderebbero a essere manifesti. E’ sufficiente ricordare che i tesori artistici, che sono oggi una ricchezza concreta dell’Italia, nacquero come opera della fede, della cultura, del disinteresse […].
La civiltà occidentale si trova oggi nel mezzo di un lungo e profondo travaglio, alla sua scelta definitiva. Giacché le straordinarie forze materiali che la scienza e la tecnica moderna hanno posto a disposizione dell’uomo possono essere consegnate ai nostri figli, per la loro liberazione, soltanto in un ordine sostanzialmente nuovo, sottomesso ad autentiche forze spirituali le quali rimangono eterne nel tempo ed immutabili nello spazio da Platone a Gesù: l’Amore, la Verità, la Giustizia, la Bellezza. Gli uomini, le ideologie, gli Stati che dimenticheranno una sola di queste forze creatrici non potranno indicare a nessuno il cammino della civiltà.
Se le forze materiali si sottrarranno agli impulsi spirituali, se l’economia, la tecnica, la macchina prevarranno sull’uomo nella loro inesorabile logica meccanica, l’economia, la tecnica, la macchina non serviranno che ha congegnare ordigni di distruzione e di disordine.
Adriano Olivetti, 1959
Fonte: Il mondo che nasce. Edizioni di Comunità
Siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.
Bernardo di Chartres