Alla ricerca di un fondamento per le scelte pubbliche: i 10 determinanti sociali della salute

Posted by on 15 Aprile 2015 in Blog | 2 comments

Alla ricerca di un fondamento per le scelte pubbliche: i 10 determinanti sociali della salute

A parere di molti osservatori la politica ad ogni livello si è trasformata: da un lato è scaduta da istituzione che dovrebbe esprimere i fini, a mezzo che applica i fini definiti dalle tecnocrazie dell’’economia e della finanza; dall’altro è sempre più diventata un meccanismo di costruzione e distribuzione del privilegio Per uscire da questa situazione che è la cornice entro cui in Italia si è scatenata la crisi, serve una guida, un indirizzo, un approccio sufficientemente concreto che renda possibile e conveniente a politici e decisori pubblici spostare l’attenzione dalla cieca adorazione dei feticcio della crescita e del mercato, dalla centratura sull’impegno di breve periodo finalizzato alla ri-elezione, dalla pratica del populismo che cavalca il malcontento e dallo schiacciamento sui grandi e i piccoli interessi di bottega, verso qualcosa di più alto e duraturo.

Non è facile trovare una soluzione praticabile, un tratto unificante che consenta un comune riconoscimento a decisori e cittadini, tuttavia molti segni convergono nell’indicare nel tema della salute dei cittadini uno dei candidati plausibili: essa è chiaramente valorizzata nella nostra  Costituzione che all’Art. 32 recita:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale

diritto dell’individuo e interesse della collettività […]”

A fronte di questa dichiarazione esiste la convinzione diffusa e consolidata che la salute costituisca un aspetto fondamentale della qualità della vita delle persone, e sia allo stesso tempo un bene essenziale per garantire la prosperità sociale ed economica. Una vasta letteratura scientifica ha posto in risalto che lo stato di salute di una popolazione dipende ampiamente da fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici che possono favorirla così come possono lederla. Le politiche sanitarie con i relativi sistemi di servizi sono in prima linea nella promozione della salute malgrado i tagli e le critiche allo stato sociale ne mettano in discussione la struttura e in certi casi la stessa possibilità di esistenza. Tuttavia questo impegno non è sufficiente in assenza di azioni sviluppate da altre politiche e sostenuti da altre scelte amministrative che consentano la costruzione o il mantenimento di ambienti favorevole al ben-essere, di ambienti a misura di fragilità umane, all’interno dei quali esistano le condizioni per minimizzare  l’insorgere di ogni tipo di malattia e patologia che da sociale diventa prima familiare e quindi personale. Accreditati studi internazionali illustrano ampiamente l’influenza di questi fattori tecnicamente denominati determinanti sociali della salute sulla vita delle persone. Ad esempio il rapporto curato da Wilkinson e Marmot (proposto dal Servizio Sanitario del Trentino), ne  propone 10: nei punti seguenti essi sono sintetizzati in forma di evidenza empirica emergente dalle ricerche ed associati ad alcune possibili domande che il decisore pubblico potrebbe o dovrebbe porsi di fronte ad una qualsiasi scelta collettiva da intraprendere.

1.Gradiente sociale

Evidenza. “La speranza di vita è più breve e la maggior parte delle malattie sono più frequenti ai livelli più bassi della scala sociale di ogni società”.

Domande. La scelta mette i cittadini nella condizione di interpretare un ruolo pieno e utile nella vita sociale, economica e culturale? Diminuisce l’insicurezza, l’esclusione e la deprivazione? Favorisce l’autonomia e l’indipendenza delle persone?

2. Stress

Evidenza.“Le condizioni di stress, che fanno sentire le persone preoccupate, ansiose e incapaci di reagire, sono dannose per la salute e possono portare a morte prematura”

Domande. La scelta contribuisce a creare luoghi sani, dove le persone riescono a coltivare senso di appartenenza e partecipazione, a valorizzare il loro ruolo? Oppure generano condizioni nelle quali le persone si sentono trascurate, escluse, usate?

3. Gli inizi della vita

Evidenza.“Un buon inizio di vita significa sostegno alle madri e ai bambini: l’impatto sulla salute dello sviluppo e dell’educazione dei primi momenti durano per tutta la vita”

Domande. La scelta favorisce la creazione di un ambiente favorevole ai primi anni di vita? Sostiene un buon rapporto durante la gravidanza, maggiore consapevolezza e sicurezza durante la gestazione e la prima infanzia?

4. Esclusione sociale

Evidenza.“La durata della vita è breve dove la qualità è scadente. Causando privazione e risentimento, la povertà, l’esclusione sociale e la discriminazione hanno un costo in vite umane”

Domande. La scelta favorisce l’accesso ai servizi, protegge dall’esclusione e dalla discriminazione sociale, rimuove gli ostacoli all’assistenza sociale e sanitaria, tende a ridurre la stratificazione e la disparità sociale?

5. Lavoro

Evidenza.“Lo stress sul posto di lavoro aumenta il rischio di sviluppare malattie. Le persone che hanno un maggior controllo sul proprio lavoro godono di un migliore stato di salute”.

Domande. La scelta migliora le opportunità e le condizioni di lavoro, migliora l’ergonomia, garantisce remunerazioni dignitose?

6. Disoccupazione

Evidenza.“La sicurezza del lavoro favorisce la salute, il benessere e la soddisfazione per il lavoro stesso. Più i tassi di disoccupazione sono alti, più sono causa di malattia e di morte prematura”.

Domande. La scelta da sicurezza all’occupazione, diminuisce i rischi di espulsione, rende più stabile il lavoro, favorisce l’apprendimento di competenze realmente utilizzabili nella vita lavorativa?

7. Sostegno sociale

Evidenza.“Amicizia, buone relazioni sociali e forti reti di sostegno migliorano la salute in casa, al lavoro e nella comunità”

Domande. In che modo la scelta riduce le disuguaglianze sociali ed economiche, aiuta le persone a sentirsi apprezzate e sostenute, favorisce gli incontri e le relazioni sociali? Consente di creare spazi comunitari o generano non luoghi, ambienti insicuri ed ostili?

8.Dipendenze

Evidenza.“Sono le singole persone a fare uso di alcol, droghe e tabacco e a subirne i danni, ma il consumo di queste sostanze è influenzato da un contesto sociale più ampio”.

Domande. In che modo la scelta favorisce i fattori sociali che diminuiscono la creazione di dipendenze? Oppure alimenta la produzione di dipendenza (si pensi ad esempio alla classe delle ludopatie), creando ambienti insani o condizioni di sofferenza, rottura dei meccanismi di solidarietà  che favoriscono il nascere e crescere delle dipendenze?

9.Cibo

Evidenza.“Poiché le forze del mercato globale controllano la disponibilità del cibo, la sana alimentazione è una questione politica”.

Domande. La scelta favorisce l’agricoltura sostenibile, il consumo di prodotti buoni, puliti e giusti, la salvaguardia dei terreni agricoli,  la qualità dell’acqua, la conoscenza circa l’importanza di una sana alimentazione, l’abbandono dell’uso di cibi spazzatura?

10.Trasporti

Evidenza.“Trasporto salubre significa spostarsi di meno in automobile e di più a piedi e in bicicletta, supportati da un migliore trasporto pubblico”.

Domande. In che modo la scelta influenza la promozione di pratiche di mobilità sostenibile disincentivando l’uso dell’auto? Favorisce il trasporto sostenibile, la possibilità di muoversi a piedi e in bicicletta in modo sicuro?

10 determinanti

Certo una parte della responsabilità grava direttamente sui cittadini e sulla nostra capacità di assumere comportamenti sani e sostenibili; ma responsabilità più grandi toccano ai decisori che con le loro scelte possono costruire ambienti generativi di ben-essere o produttori di patologie. Di fronte a queste evidenze e domande viene da chiedersi che priorità si siano seguite in molte scelte pubbliche che, su scala locale, regionale o nazionale, hanno portato alla distruzione ambientale e alla costruzione di spazi invivibili; alla produzione sistematica di non-luoghi, di quartieri invivibili assediati dal traffico e dall’inquinamento, di strade e parcheggi inutili; a voler essere (troppo) ottimisti la volontà di creare lavoro, assai più realisticamente nessuna evidenza e nessuna domanda deve aver turbato la mente dei decisori. Eppure si tratta di interrogativi connessi alla giustizia sociale, temi che stanno alla base stessa del vivere civile che, in ordine di importanza, dovrebbero venire considerati ben prima degli aspetti finanziari (speculazione) e degli interessi di lobby che invece sembrano avere condizionato (e purtroppo continuano a condizionare) moltissime scelte pubbliche, causando ricadute e danni colossali che vengono poi tranquillamente socializzati (l’enorme costo della sanità ne è un esempio). Di sicuro scelte prese considerando i determinanti sociali della salute implicano grande consapevolezza, chiarezza strategica, visione sistemica che consenta sempre di considerare la totalità  piuttosto che rispondere a criteri autoreferenziale di efficienza settoriale: un insieme di capacità da costruire e diffondere poiché sembrano attualmente caratterizzare ancora troppo pochi tra politici ed amministratori.

2 Responses to “Alla ricerca di un fondamento per le scelte pubbliche: i 10 determinanti sociali della salute”

  1. avatar
    gregorio salis says:

    Allora….
    Esordisco come prima suggestione, richiamando alla memoria quel tipo di ‘filosofia’ che in archittetura ( io ricordo sia stata elaborata da un Francese) che dice che se se progetti un palazzo dove possono abitare 5000 persone ( esempio: le Torri Gemelle ) devi integrare il calcolo progettuale globale che stai implicando necessariamente che, se le cose vanno male, hai progettato la possibile morte di migliaia di persone.
    Così per una nave dfa crociera …cosi per tante cose-ambiente o contesti-ambiente.
    Come seconda suggestione invece mi sposto liberamente a come e quanto mi attira la potenzialità , poco frequentata?, di invertire il ruolo di Potere sulla Salute Globale dai Decisori Politici ai Cittadini come protagonisti principali , da cui parte e ritorna il processo decisionale.
    Ovvero se un cittadino ( ogni cammino inizia da un primo passo no? ) , .. più un altro cittadino, e più un altro ancora … più un NOI cittadini, costruiamo o attiviamo una presenza agita con un comportamento Salutare e che diventa ‘ambiente’ nostro ( di chi inizialmente vi partecipa) .. mi pare ( anche con ottimismo e logica ) che i Decisori Politici siano meglio portati ad affiancare e starci appresso con le loro aree di competenza . ( vale anche per ambienti/comportamenti non salutari…dato che il NOI implicato- se sono molti cittadini ancora di più – è l’oggetto di massimo interesse e attrazione per la Politica.
    Es: in un paesino di ca 3000 abitanti, mentre svolgevo una attività con bellissimo gruppo genitori e il Comune, vine fuori che in paese rientra dopo tanto tempo una persona che viveva all’estero. La sua abitudine di correre ogni giorno la mantiene anche una volta rientrato : ca 15 anni fa.
    Inizialmente mi raccontavano che quando correva, alcune donne anziane sono arrivate a pensare e dire che forse correva perchè aveva qualche disturbo psicologico o mentale insomma.
    Poi accade, secondo un processo socio-comunicativo che conosciamo, che altri si affiancano o comunque decidono di correre.
    Fino a diventare poco più di un centinaio di cittadini ..di ogni sesso, età e condizione sociale.
    Diventare ed essere in tanti su una ‘passione’, comporta dei corollari naturali di fare gruppo, incontrarsi, relazionarsi oltre lo specifico del correre, conoscersi, creare società agonistiche , ecc.
    Dopo poco tempo quella azione diventa una delle azioni incluse nei programmi politici delle liste per le elezioni e poi della Politica locale del Comune…per supportare e strutturare un ambiente adeguato a…. a mantenere e diffondere questo bene-salute.
    Altro esempio- più in breve ma perché ricalca lo stesso processo an he se il Comune è Sassari ( ca 130.000 ab.) e quindi più grande e ‘impegnativo’ .
    Da quando alcuni cittadini hanno iniziato a utilizzare la bicicletta per muoversi in citta ( non solo quindi i già presenti e numerosi cittadini/ciclisti che vedevo a gruppi sempre più numerosi fuori città ) .. da allora, nel giro di 5 anni circa questa realtà ha smosso e definito una politica locale del trasporto in città che include il muoversi in bicicletta come uno dei mezzi sostenuti politicamente dalla Amministrazione: si stanno costruendo, per ora, ca 8 km di piste…e ce ne sono in studio altri.
    Non sono cose sconosciute o eclatanti s’intende…ma non trovo adeguatamente investito e ‘esaltato’ che questi processi di comunità fanno emergere un bene-salute e un bene-politico che è quello di cittadini che esercitano un Potere naturale che è Proprio.
    Il corollario salutare ed esteso , socio-comunitario , di QUESTO processo è evidentemente meglio possibile, diversamente e con più fatica possibile anche se e quando sia la POLITICA ad attivare il processo: i rapporti cittadino-cittadino che spesso diventano persona-persona; cittadino-ambiente ; cittadino-comunità-ambiente; cittadini- istituzioni; cittadini-politica.
    Lo stesso processo è tale anche per attivare partecipazione agita e istituzionalizzabile per chiedere e far fallire proposte e dinamiche e processi non salutari… es non frequentandoli o boicottandoli ..consapevolmente.
    Terza suggestione è la similitudine con la Sharing Economy…dove emerge più evidente il Potere dei cittadini tra loro ( anche qui il NOI è il bene salute preliminare) a partire dalla posizione e rango di Consumatore di beni già industrializzati e che possono portare a una esagerata passività rispetto a NUOVE FORME , e più salutari , di gestione di beni salute come ad es. godere comodamente di vitto/alloggio quando si ha necessità di andare lontano da casa: ora si può giocare l’alternativa oltre gli Hotel ecc, di utilizzare case in scambio con altri cittadini che le mettono a disposizione….o un semplice divano….o una tavola di un’altra casa dove mangiare con loro…. o un passaggio in macchina con la macchina privata di altri cittadini .
    Qui emerge un bene-salute meglio evidente che negli esempi di prima: LA FIDUCIA tra chi si incontra in questi modi di soddisfare un bisogno. E non elenco i corollari di annessi beni salute relazionali, culturali, psicologici…che per definizione implicano le necessità comunicative di queste azioni e comportamenti.
    Che non è la stessa fiducia comunque gestita in termini di marketing industriale della ‘fidelizzazione’ del Cliente.
    Anche questa ultima esperienza dal basso….ormai ha una dignità POLITICA evidente e quindi importante nel bilanciare e armonizzare un recupero di cittadino ATTIVO in processi sempre più rilevanti sulla ricerca di beni salute…. che si estendono a beni sociali-salute e ambienti-salute non necessariamente sbilanciati sul Potere Politico ( Economico, Mercato ecc ).
    Una conferma di questo è certamente il grande impegno economico-finanziario, potentissimo su alcuno versanti, per mantenere all’oscuro I Cittadini e sopratutto NOI cittadini di questo POTERE.
    Le stesse Associazioni dei Consumatori si trovano spiazzate nel passaggio da una iniziale e utile ( ancora ) azione difensiva dei cittadino in quanto consumatore di beni o relazioni non salutari, al recupero di Propositività politica sui processi industriali e sociali e politici che fanno ammalare…. e che questo articolo è una evidente dimostrazione.

  2. avatar
    Catina Balotta says:

    Tutte domande esiziali. Lascio solo una breve nota. Ieri leggendo un articolo pubblicato su “Prospettive sociali e sanitarie” anno XLV/inverno 2015 ho trovato un articolo dal titolo “La spesa solidale” in cui si racconta di un progetto volto alla raccolta di cibi freschi (vicino alla scadenza) e alla loro distribuzione a soggetti poveri in stato di bisogno. L’articolo mette in evidenza il rapporto tra grado di povertà e cattive abitudini alimentari. Così si legge: ” L’idea di inserire tra gli obiettivi anche un lavoro sull’educazione alimentare è nata dalle osservazioni delle abitudini alimentari dell’utenza, da cui emerge che spesso situazioni di povertà ed emarginazione inducono le famiglie a scegliere prodotti ipercalorici e ricchi di grassi (prodotti confezionati, merendine farcite, snack salati, bibite varie, etc) perché percepiti, erroneamente, come più completi e gratificanti dal punto di vista nutrizionale rispetto dal altri (quali fibre,legumi, frutta e verdura” [J.Plodari – La spesa solidale – PSS 2015]

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